Sono cresciuto. Sono cresciuto dentro, nel profondo. Non te ne rendi conto fino a quando una persona che non conosci, ti guarda e delicatamente ti chiede: “Secondo te, la fibrosi cistica, ti ha più tolto, o più dato?”.
In quel momento, solo in quel momento senti il cuore gonfiarsi di sé, il respiro trova per un attimo la serenità e la mente con falsa leggerezza ripercorre il percorso di una vita.
Senza battere ciglio le parole se ne escono dolcemente, quasi coccolandomi: “La Fibrosi Cistica probabilmente mi ha più dato che tolto”.
E mentre mi ascoltavo, me ne convincevo.
E’ difficile capire in quali cassetti vada a rovistare la mente in certi momenti, per Freud il dolore è il punto di partenza da cui elaborare la teoria e su cui orientare la cura, forse è questo che mi succede.
Sono cresciuto, sono cresciuto come un qualsiasi uomo deve fare.
Ho continuato nella spiegazione con una calma inconsueta: “Mi ha dato un percorso da attraversare, mi ha fatto essere un bambino, forse con qualche limite rispetto ad altri, ma pur sempre un bambino, ho corso nei campi di calcio, ho nuotato al mare, ho giocato con gli altri, mi ha sempre permesso un confronto con il prossimo, mi ha dato un cuore solido, mi ha dato un lavoro, mi ha dato la possibilità di conoscere mia moglie, la forza di scrivere, insomma la vita di tutti gli altri, in più una certa predisposizione per le emozioni, una voglia di lottare contro un qualcosa d’invisibile. La fibrosi cistica mi ha dato tanto, è questo che penso e in cui ho bisogno di credere”.
Davanti a me ho visto gli occhi delle persone arrossarsi, e il loro sorriso mi dava forza, e una piccola dose di adrenalina mi ha percorso.
Sono cresciuto dentro, nel profondo, e questa è stata una svolta nella vita, ho iniziato a osservare le cose diversamente, ho iniziato a cercare il colore in quella che sembrava una strada nera.
D’altronde almeno psicologicamente abbiamo una possibilità importante: la scelta. Possiamo scegliere di cercare il meglio nella strada che ci troviamo davanti. Probabilmente non permetterà di guarire, ma senz’altro di affrontare la vita con una serenità differente.
Capisco che ci sono momenti e momenti per questo passaggio, fino a pochi mesi fa avrei dato una risposta totalmente diversa, perché non ero pronto, non ero pronto ad attraversare la strada.
Ora l’ho fatto, sono al di là di una strada trafficata e girandomi osservo il traffico nel suo moto perpetuo, caotico, e sorrido.
Sorrido a te lettore che ti chiedi quale sia la strada, verrà il tuo giorno, stanne certo. Quel giorno capirai.
martedì 26 maggio 2009
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2 commenti:
...lasciare un commento a quello che hai scritto, è pericolosamente banale....ma quello che mi viene spontaneo di dirti, e mi viene dal profondo, è che la vita è una sola (forse), che viverla è un dovere, viverla al meglio è un problema, ma se "qualcuno" ha deciso "altrove" che questa era la "tua vita", ci deve essere un motivo...e TU sei a metà strada nell'averlo scoperto! con affetto sincero...
Ciao Guido un saluto dalla Maremma
....Ti auguro infinito bene e perseveranza della tua voglia di vivere...e continuare ad essere consapevole che vale più gioire per le gemme che spuntano sui rami degli alberi...piuttosto che piangere sulle foglie che cadono ...!!!
Buona Estate
Pasqualino
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